Am Abend des 10. Mai fuhren wir mit grossen Erwartungen von Schaffhausen nach Basel mit dem Endziel Theater-Foyer mitten in der Altstadt für ein Konzert der portugiesischen Fado-Sängerin Ana Moura und seinen Musikern.
Einmal dort Platz genommen, das Foyer eher ein Betonbau, haben wir uns ein paar Fragen über die Akustik gestellt, jedoch nur ein flüchtiger Gedanke der bald einmal wieder vergessen ging. Wir haben dann zugewartet, bis schliesslich einer der Hauptorganisatoren des Offbeat-Basel, nämlich Urs Blindenbach auf die Bühne trat und sich bei den vielen Sponsoren und Mithelfern bedankte, als dies erledigt war, kündigte er mit grossem Stolz, Ana Moura und Ihre Musiker an.
Und los ging es, wir wurden in die Eigenheit portugiesischer Mentalität entführt, dieses Heimweh, diese Melanchonie welche sie Fado nennen, dieses Wort kommend aus dem Latein und Schicksal bedeutet, für die Portugiesen eine Art Weltschmerz welches in unseren Breitengraden kaum verstanden wird, wahrlich eine portugiesische Daseinsempfindung.
Deshalb erwarteten wir einen sehr melanchonisch angehauchten Abend, jedoch verstand es Ana Moura hervorragend nebst diesem Gefühl auch vorallem viele andere zu vermitteln, von Jazz zu Englischen Balladen bis hin zu Folklore.
Ana präsentierte hauptsächlich Stücke aus Ihrem Album „Desfado“ mit verschiedenen Musikstilen, so dass sie auch für das internationale Publikum von Interesse ist. Der Titel Desfado ist eine Wortspiel und will nicht mehr, nicht weniger, fogende Bedeutung haben, Desillusionierung des Fado.
Ihr Spektrum ist sehr breit, sodass sie mit ihrer unglaublich, warm- und sinnlich klingenden Stimme die Besucher begeisterte.
In Ihrer Bühnenpräsenz liegt auch eine weitere ihrer Stärken, sie versteht es das Publikum miteinzubeziehen und ihr charmantes Auftreten ist einmalig.
Begleitet wurde sie von hervorragenden Musikern, sie bewiesen ihr können in einem Solo und der Mandolinen-Spieler wurde regelrecht von Ovationen überschüttet.
Ein wunderschöner Abend, ein Pendeln zwischen Schwermut, eben diese Suadade und der Lebensfreude der Südeuropäer auf der anderen Seite.
Ana vermag mit ihrer mystisch anmutenden Stimme das Publikum einzufangen, sie berührt die Herzen wie keine andere und ihre sparsamen Bewegungen, jede Geste eine beinahe greifbare Sinnlichkeit.
Wieder mal ein Konzert welches begeisterte, Balsam für jede Seele und für einen Abend verführte man uns in eine Welt in eine Kultur welche nicht unsere ist, aber für einen Abend haben auch wir unter dieser Wehmut, dieser Saudade gelitten, auf eine Art die schöner kaum möglich ist.
ANA MOURA
La sera del 10. maggio con grandi aspettative ci siamo diretti da Sciaffusa verso Basilea precisamente al Teatro Foyer per un concerto della cantante fado portoghese Ana Moura ed i suoi musicisti.
In una sale non proprio suggestiva prima che il concerto avesse inizio ci siamo fatti qualche domanda sull’acustica ma è stato un pensiero passeggero che abbiamo quasi subito abbandonato. Abbiamo quindi atteso fino a quando finalmente uno dei principali artefice dell Offbeat Basel Urs Blindenbacher dopo i dovuti ringraziamenti con punta d’orgoglio ha presentato ad alta voce Ana Moura.
L’artista ha da subito dirottato il pubblico nel mondo del fado, la musica tradizionale portoghese che ha come sua maggiore caratteristica e peculiarità la Saudade questa sorta di nostalgia e malinconia che fa parte della mentalità del popolo lusitano, anzi è proprio un loro modo fondamentale dell’essistenza e dell’essere.
Di consegeunza ci si aspettava una serata tinta di malinconia ed Ana con il primo brano è stata subito capace di trasmettere questo sentimento. Ma non è stato affatto l’unico, la musicista ha presentato prevalentemente brani nuovi dal suo ultimo album intitolato Desfado. In Desfado ci sono rappresentati diversi stili musicali con cui Ana Moura si é aperta e rivolta verso un pubblico sempre piu’ internazionale. Desfado non è nient’altro che un gioco di parole che ha piu’ o meno come significato quello di voler disfare, o disincantare il fado.
Ana possiede uno spettro amplissimo che va dal fado piu’ tradizionale al Jazz, dalle ballate cantate in inglese al folklore piu’ allegro del nord del Portogallo, li dove Ana, in quei brani, ha invitato il pubblico a battere con le mani e dove è stata seguita con partecipazione ed entusiasmo da tutto il pubblico in sala.
Una delle forze maggiori di quest’artista è la sua grande carica emotiva che riesce a trasportare dal palco direttamente al suo pubblico è questo, quando si presentano brani malinconici, è una peculiarità fondamentale. E’un artista sensibilissima e molto attenta, interagisce con il pubblico prevalentemente in lingua inglese ma non ha tralasciato di comunicare anche in lingua tedesca, addiritura scusandosi per la sua non perfetta pronuncia. Infine chiaramente non poteva mancare un caloroso saluto ai suoi connazionali per lo piu’ quasi tutti uniti in galleria.
Ana era accompagnata da eccellenti musicisti e durante un apposita breve sua assenza dal palco, questi hanno fatto vedere e fatto ascoltare tutta la loro grande capacità e abilità, specialmente il mandonilista è stato sommerso da una vera e propria ovazione d’applausi.
Per riassumere, il concerto è stato un viaggio tra due poli, quella maliconia della Saudade portoghese da un lato, e dall’altra parte quell’ esuberanza spumeggiante di noi popoli latini. Ana ha saputo catturare tutti con la sua voce calda e sublime, a tratti cosi mistica, come quando nel esecuzione del brano Fado Locura ha fatto si, che per non spezzare l’incatesimo della magia, il pubblico sia rimasto con il fiato sospeso. Semplicemente un artista fuori dall’ordinario, che oltre alla voce con quella sua sensualità intrisa, quasi ad essere palpapile nella purezza dei suoi lenti movimenti, riesece a catturare e a far emozionare anche i cuori piu’ duri.
Alla fine del concerto tutto il pubblico in piedi ad applaudirla e quasi sicuramente la sua gente, i portoghese presenti in sala chiudendo gli occhi hanno sentito e rivisto nel loro immaginario in lei l’erede naturale dell’indimenticabile regina Amalia Rodriques. Che splendida serata, siamo stati rapiti e catturati da questo genere, che culturalmente non è il nostro ma che con Ana, ci ha permesso anche a noi di soffrire maledettamente, dannatamente di questa malattia dell’anima chiamata Saudade.