Il volume raccoglie i lavori prodotti dagli alunni dei Corsi di lingua e cultura italiana che hanno partecipato alle prime due edizioni del concorso a premi organizzato da alcuni docenti al fine di celebrare la conclusione dell’anno scolastico. Tante le opere realizzate dai ragazzi: brevi racconti delle loro esperienze, riflessioni, poesie, canzoni, video, fotografie e disegni. Una carrellata di piccoli frammenti che ci affascinano e ci sorprendono perché nella loro freschezza e spontaneità rivelano a tutti (anche ai ragazzi stessi) cosa sono i Corsi, cos’è la scuola, cosa significa essere plurilingue e appartenere a più culture. Un libro che ha molteplici possibili letture.
Raccogliere le opere del concorso in un volume significa innanzitutto dire ai ragazzi che ciò che scriviamo, ciò che creiamo tramite immagini e foto, ciò che presentiamo agli altri è speciale. Quello che pubblichiamo deve esprimere il meglio di noi, è il nostro contributo per costruire il senso di una comunità alla quale partecipiamo. Un messaggio importante se si considera il degrado e l’aggressività di alcune forme comunicative della rete a cui siamo esposti senza nessun tipo di mediazione. Un messaggio che ci induce a riflettere su due alternative che sembrano in contrasto: la necessità di un modello di scuola che ponga tra le sue priorità quello che serve (conoscenze tecniche e tecnologiche) al fine di esorcizzare l’incertezza del futuro che caratterizza la nostra opulenta società, e la necessità di un modello di scuola che ponga tra le sue priorità conoscenze e competenze che aiutino a capire. Ma “L’Italia e la Svizzera secondo me” presenta altri aspetti didattici. Uno degli argomenti costantemente discussi nei collegi docenti dei Corsi di lingua e cultura riguarda la scelta del libro di testo da adottare, i materiali a disposizione sono tantissimi e sempre più innovativi, nonostante questo risultano non del tutto adeguati, manca comunque qualcosa. Un problema che è destinato a non trovare mai una conclusione definitiva, anche perché il libro di testo è sempre un pretesto, un filo a cui agganciarsi per intraprendere un percorso le cui tappe imprescindibili sono le lezioni. L’hic et nunc, ciò che succede in classe durante quelle due ore ci cambia (tutti, insegnanti e alunni), ci fa uscire dall’aula diversi da come eravamo arrivati, ci stimola a migliorare e ad approfondire una lingua e una cultura che in qualche modo ci appartengono. Forse il libro di testo ideale è proprio quello scritto dai ragazzi perché testimonianza del percorso compiuto settimana dopo settimana insieme ai loro insegnanti. “L’Italia e la Svizzera secondo me” rappresenta un primo passo in questa direzione, un libro scritto non da un singolo docente, ma una piattaforma su cui converge il lavoro di tante classi, un punto d’incontro che crea sinergie e rimedia alla dispersività del territorio tipica dell’insegnamento dei Corsi di lingua e cultura. Il libro rappresenta la proposta di un plurilinguismo che miri alla comprensione tra i membri di diverse culture senza sacrificare l’espressione della propria identità.
Paola Frezza
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